Giuseppe A. Camerino, è emerito di letteratura italiana nell’Università del Salento. È stato anche professore ospite in Germania (Heidelberg) e nel Regno Unito (Hull). Ha studiato autori e temi sia antichi che moderni: in particolare Dante, il Settecento, il primo Ottocento e il primo Novecento. Tra le innumerevoli sue pubblicazioni sono almeno da menzionare i volumi Italo Svevo e la crisi della Mitteleuropa, 3^ ed. 2002; Alfieri e il linguaggio della tragedia (2^ ed. 2006), Dall’età dell’Arcadia al «Conciliatore» (2006), Profilo critico del romanticismo italiano (2009), Lo scrittoio di Leopardi (2011) e Il «metodo» di Goldoni e altre esegesi tra Lumi e Romanticismo (2012).
Giuseppe Antonio Camerino
Primo Novecento
Insieme a pagine critiche di carattere generale su poeti e questioni vitali del primo Novecento italiano, il presente volume contiene soprattutto specifiche analisi testuali, a partire da quelle dedicate a Pascoli: metrica e varianti della prima fase di Myricae; Il giorno dei morti; Poemi Conviviali. Seguono – per d’Annunzio – le analisi dedicate rispettivamente alla poetica del silenzio, alle metafore con cui l’autore pescarese costruisce il mito della guerra ovvero, nei Taccuini, sa restituire un senso mitico, al di là di ogni realtà antropologica e storica, agli antichissimi luoghi della Grecia da lui visitati. E risultati sorprendenti danno anche le analisi testuali dedicate a due poeti centrali del Novecento, Saba e Montale. Per il primo vengono rivelati i processi originali attraverso cui egli sa riscrivere i temi della temporalità, dell’errare e del nóstos; per Montale viene seguito invece l’affascinante iter di acquisizioni e aggregazioni analogiche e semantiche con cui egli, non senza echi derivati da Dante, sa riproporre in chiave moderna il tópos dello specchio o delle superfici specchianti.