AA.VV.
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Pitture di parole
Quando, trent’anni or sono, Barbara Zandrino rivolgeva la sua attenzione a Fillia ed Evola, anche su suggerimento del suo maestro, Giovanni Getto, l’interesse per le sperimentazioni futuriste era ai livelli minimi, e i pittori che si dedicavano anche alla scrittura (o viceversa) erano guardati con sospetto, o confinati nella categoria, rassicurante e fortemente limitativa, dei dilettanti più o meno raffinati. Poi, col passare degli anni e delle mode, è risultato evidente il carattere anticipatorio, oseremmo dire profetico, di quelle scelte.
Questo volume è il frutto della sua lezione. Quella che si è dispiegata, in primo luogo, nell’attività didattica vissuta per oltre quarant’anni con passione, prima ancora che con dedizione. Quella che si è tradotta nel dialogo e nel confronto costante con i colleghi e gli amici, in primo luogo dell’Università di Torino, ma anche di altre università italiane (e i loro contributi sono la testimonianza di un debito di riconoscenza sentito, non una pur affettuosa consuetudine). Quella che continua a rimanerci grazie ai suoi studi.