Vittorio Criscuolo (Napoli, 1986) svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università di Napoli “L’Orientale”, dove ha conseguito il Dottorato in Italianistica. Dal 2015 presso la stessa Università insegna “Italiano scritto”. Studioso di letteratura italiana sette-ottocentesca, ha pubblicato saggi critici sul teatro di Goldoni, Cerlone, Alfieri, Salfi, apparsi in riviste e in volumi collettanei. Recentemente si è interessato anche alla fortuna dantesca nella poesia dialettale napoletana del Novecento.
Vittorio Criscuolo
LA PENNA ARMATA CONTRO LA «VIL SUPERSTIZIONE E LA FEROCE TIRANNIDE»
Studi sul Teatro di Francesco Saverio Salfi
Con un’appendice di testi inediti
La produzione teatrale di Francesco Saverio Salfi è ancora oggi poco nota, perché la maggior parte di questa è inedita o di difficile reperibilità e consultazione. Eppure l’autore calabrese intraprese la carriera di scrittore drammatico con grande serietà, intendendo il palcoscenico non come mezzo di mero intrattenimento, ma come terreno ideale di un’azione politica e di un processo pedagogico, capace di coinvolgere un pubblico ampio da istruire. Durante la sua attività letteraria, esercitata per circa un quarantennio, scrisse tragedie, scene liriche, melologhi, melodrammi e pantomimi e accompagnò questo intenso lavoro di composizione con la riflessione teorica delle Norme per un teatro Nazionale (1796) e del trattato Della Declamazione (1878). Lo scopo del presente volume è quello di portare alla luce testi oramai dimenticati o inediti per contribuire ad una ricostruzione più precisa della maturazione intellettuale dell’autore. Tra le stagioni del suo percorso culturale è stata esaminata quella napoletana (1785-1794), non solo per la ricchezza di prodotti, ma anche perché destinata presto a rivelarsi una tappa fondamentale della sua parabola intellettuale e creativa. Proprio nella capitale del Regno Salfi diede inizio ad un’intensa attività teatrale, dalla quale emerge la sua ideologia laica e libertaria, dapprima legata ad istanze illuministiche, poi allargata a idee rivoluzionarie. Il lavoro è corredato inoltre di un’appendice che ospita la trascrizione di tre pièces, scoperte nel corso dell’indagine e riconducibili all’esperienza partenopea del drammaturgo.