AA.VV.
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In-between spaces: percorsi interculturali e transdisciplinari della migrazione tra lingue, identità e memoria
Tanto la letteratura quanto gli studi linguistici e sociologici si trovano, oggi, esplicitamente coinvolti nella riscoperta di uno sguardo plurimo che traduce la polisemia del concetto di lingue, identità, e memoria secondo un’ottica che non può che essere «complessa», nell’accezione di «complessità» formulata dal filosofo francese Edgar Morin.
Da qui, la necessità di percorsi interculturali e transdisciplinari nuovi che si occupino della «migrazione» come macro-area ricca di in–between spaces e frontiere capaci di disgregare le logiche lineari dell’appartenenza etnica, religiosa e linguistico-culturale; da qui la possibilità di attingere a piene mani ad una periferia che diviene centro, ad un’incompletezza cui – lontano dagli standard e dal mainstream – spetta il compito di ricomporre la paradossale disgregazione prodotta dalla globalizzazione.
Ad accompagnare il nostro percorso saranno il nietzschiano «viaggiatore senza fissa dimora», il deleuziano «nomade del pensiero» e il «viandante-marrano» di Morin, epigoni moderni dello spirito di Ulisse, il cui errare «rappresenta l’errare dell’umanità».
Ci aiuteranno nel tentativo di delineare un metodo-cammino strategia che si dissolve nella marcia e proprio durante la marcia e la ricerca potrà vedere la luce e trovare vigore, zeppo di quelle esitazioni e di quei ripensamenti che costituiranno il suo stesso fondamento. Consapevoli, altresì, dell’impossibilità che la nostra parabola descriva un cerchio completo, torneremo diversi, trasfigurati e messaggeri, magari, di quella saggezza che emana dai miti, dalle tradizioni e dalle religioni. Ma sempre pronti a ripartire, attenti a non cascare tra le rassicuranti certezze del dogma e sicuri che «ogni nuovo rifugio sia una trappola antica».