Itala Tambasco
Architetture intratestuali della Commedia Dantesca
Il volume traccia un preciso percorso di ricerca, quello dell’intratestualità che, già implicito nella più consolidata esegesi dantesca, valuta i più significativi ed eloquenti rapporti fra elementi singoli e circoscritti del poema con altri luoghi della tradizione letteraria e della sua stessa opera. In tale direzione va intesa la lettura dei canti XXI-XXII del poema: le simmetrie che rafforzano l’ipotesi di una composizione speculare dei canti ne delineano una sequenza narrativa che non si chiude nella specularità dei ‘dittici’, ma li collega strutturalmente, isolandoli in un’aura cenobitica dal contesto in cui sono immersi. Sono echi che non si limitano alla ricorrenza di singole parole, ma che spesso sono costituiti da immagini e replicazioni di rime che per i canti XXVI della Commedia sembrano suggerire un preciso percorso retorico che oltrepassa il con ne imposto dalle tre cantiche. Sulla scia del ‘metodo’ intratestuale si adombra la possibilità di una ‘nuova’ interpretazione di Paradiso XVIII: la comune e spesso ‘rassegnata’ individuazione di Cacciaguida con il «cantor del cielo artista» viene messa in discussione a partire da corrispondenze stilistiche e semantiche che sembrano suggerirne una diversa identificazione.